Dark Web

In dialogo con l’autore — Amedeo Mencarini


Cosa ti ha spinto a indagare questo argomento della tua ricerca di tesi?


La curiosità.


Il Dark Web è bizzarro, e come quasi tutte le cose bizzarre riesce ad essere interessante.
Reputo che lavorare su qualcosa in grado di stimolare chi scrive e intrattenere chi ascolta sia fondamentale per la riuscita di una buona tesi, sia durante la stesura che durante l’esposizione. In altre parole, volevo divertirmi.

Oltre a questo, quasi tutti i miei lavori sono un po’ bizzarri, quindi è stata una scelta piuttosto naturale.


A livello di bizzarria, quali sono per te le differenze tra il Surface Web e il Dark Web? Tralasciando ovviamente le interfacce e le tendenze grafiche in generale, soffermiamoci sui contenuti:
pensi che l'”anonimato” e la “stranezza” del Dark possano influire di più sulle informazioni rispetto alla “semplicità d’uso” del Surface?


In realtà non sono molte le differenze strutturali tra Dark Web e Surface Web; ci puoi trovare forums, blogs, siti di e-commerce… esattamente come in “Superficie”. Ovviamente, l’anonimato del Dark Web ha permesso nel corso degli anni la pubblicazione e la compravendita di materiale illecito (armi, droga…) che per tempo hanno alimentato la sua fama. Tuttavia, una buona parte di siti è ormai in disuso e quelli attivi sono poche migliaia – di cui metà totalmente “innocui” – quindi se si presta attenzione alla navigazione si va tranquilli. L’unico rischio concreto è quello di incappare in immagini disturbanti.Ad ogni modo, il Dark Web ad oggi è poco frequentato, almeno rispetto al Surface Web. I pochi rimasti lo fanno per curiosità o paranoia della società in cui vivono.

Progetto Artistico – Wunderkammer

Dark Web

— 2019
Amedeo Mencarini
Nuove Tecnologie dell'Arte

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