Borders
Borders
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Andrea Zangheri
Nuove Tecnologie dell'Arte
Progettazione Multimediale
Partendo da argomenti di semiotica, linguistica, sensorium e mass media, Borders è una sperimentazione grafico-fonetica sulle frontiere comunicative. Andando oltre la dimensione rituale e culturale, il progetto si pone, per quanto possibile, al di sopra di ogni cultura, riassumendole così tutte. Sottraendo significati e soggetti dalla loro rappresentazione quotidiana ciò che resta è l’ammasso di suoni, immagini, giochi e spazi creati dal fruitore in un nesso autoalimentato e involontario. Il progetto è composto da quattro libri che inserendosi all’interno di un guscio di multi-strato laminato ne permettono la chiusura.
Le frontiere possono essere sia protettive che confortevoli sia esclusive e divisorie. Ci possono essere più tipi di frontiere – culturali, ideologiche, fisiche – ma tutte condividono qualcosa. La ricerca di questo qualcosa è ciò che mi ha realmente spinto a progettare Borders.
Dopo alcune settimane di ricerca ho scoperto che, seppur esistano differenti tipi di confini fattuali, tutti sono creati, condivisi, trasmessi e riprodotti con gli stessi mezzi, gli stessi metodi e le stesse dinamiche.
Ho scoperto che esistono diversi tipi di confini…
Confini dimensionali –> spaziali, relazionali;
Confini comunicativi –> verbali, non–verbali;
Confini interazionali –> rituali, dinamici.
Ogni confine è costruito sulle interazioni, sulla comunicazione. È costruito tra noi stessi, tra noi stessi e gli altri, gli altri come altro da noi.
La fase iniziale del progetto ha portato a riassumere quattro categorie, fondanti le frontiere.
Immagini —> gesti, contatti;
Suoni —> rumore, fonemi;
Giochi –> rituali, interazioni;
Spazi –> comportamenti, luoghi;
Ogni cultura ha le proprie immagini; ha i propri suoni, i propri rumori. Gioca i suoi giochi all’interno di qualche spazio.