Elisa Mearelli

Multidisciplinary designer

Scuola

Visual e Motion Design

Anno di Laurea

2010

Sono nata a Fabriano nel 1984. Ho frequentato il corso di grafica e fotografia all’Istituto d’arte di Fabriano fino ai 16 anni, poi, per amore dell’animazione, mi sono trasferita a Urbino dove ha concluso gli studi alla Scuola del Libro. Ho poi frequentato i successivi due anni di corso di perfezionamento in cinema d’animazione e, successivamente, mi sono iscritta a progettazione multimediale all’Accademia di Urbino, laureandomi poi in Visual Design.


Cosa ti ha lasciato il percorso della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Urbino? Quali sono i ricordi o le esperienze più importanti di quegli anni?


L’esperienza a NTA è stata fondamentale per il mio percorso formativo. Venivo dal corso di animazione della Scuola del Libro di Urbino e l’uso del computer mi era totalmente estraneo e non l’avevo nemmeno mai avuto in casa! All’inizio ho scelto il corso di NTA non per passione ma per forzarmi a conoscere un mezzo a me sconosciuto. Oggi lo utilizzo quotidianamente, al pari della matita, ed ho potuto superare i miei limiti unendo le mie conoscenze pratiche alla tecnologia. Non ho particolari ricordi legati all’Accademia, solo una bella sensazione di quelle che ti fanno sentire “a casa”. Ricordo che mi piaceva molto sapere di poter esprimere la mia creatività liberamente, avendo la possibilità di chiedere consigli agli insegnanti, e di poter instaurare un rapporto “umano” con loro, cosa che nelle altre università non succede quasi mai. Trovavo molto interessanti anche i vari workshop organizzati durante l’anno, uno in particolare durante il quale abbiamo scolpito delle scritte su lastre di pietra, con martello e scalpello. Oltre che insegnarmi una nuova tecnica, è anche stato un bel momento di aggregazione.


Che lavoro fai adesso? Dove?


Oggi vivo e lavoro a Morciano di Romagna. Ho da 6 anni un piccolo studio creativo che gestisco insieme al mio compagno, anche lui uscente dal corso di NTA, dove facciamo svariate cose: scenografie, video, campagne pubblicitarie ecc, l’importante è che siano progetti stimolanti che possiamo sviluppare in maniera creativa. Questo ci porta a lavorare soprattutto per compagnie teatrali, eventi particolari e aziende che vogliono investire in qualcosa di nuovo. Parallelamente lavoro come artista, cosa ho sempre voluto fare ma non ritenevo possibile. Invece adesso posso testimoniare che dedizione e impegno alla fine ripagano! Oggi lavoro per alcune gallerie d’arte, in Italia e all’estero, realizzo lavori intagliando la carta, materiale che amo essendo io nata a Fabriano e avendo in famiglia un cartaio.


Descrivi un tuo progetto di cui vai particolarmente fiera.


Vorrei parlare di un progetto che è stato presentato qualche mese fa a Bologna, alla fiera di Setup. “La pietra e la piuma” è stato curato da Valentina Falcioni e coinvolge me (la piuma) e Valeria Vaccaro, scultrice del marmo (la pietra). Entrambe abbiamo lavorato sul tema dell’equilibrio cercando di rendere le mie lavorazioni in carta più “solide” e i sui marmi più “eterei”. Ho trasformato così i miei lavori in sculture, realizzando sette “scatole”, contenenti sette ambienti capaci di interagire con l’ambiente esterno attraverso la luce. Ogni strato di carta è intervallato da un foglio colorato ad olio, il retro è aperto per permettere alla luce ambientale di entrare nel lavoro, illuminando e svelando colori impossibili da vedere se fosse appeso al muro.


Se tornassi indietro sceglieresti di nuovo questo percorso? Perché?


Certamente perché, oltre alle nozioni di tipo tecnico, credo che lo studio delle nuove tecnologie sia utile anche a livello “fisico”: studiare qualcosa che è in crescita e in continuo movimento ti stimola ad una ricerca continua e a rimanere sempre attivo e ricettivo.


Descrivi la tua esperienza in Accademia con una parola.


Fertile.